Gli articoli della Dott.ssa Elisabetta Vellone

§ I figli dei maestri  § Il doping uccide lo sport e anche gli sportivi  § Il declino dell'essere umano è direttamente proporzionale alla crisi della comunicazione 

I figli dei maestri

Desideriamo in questa circostanza richiamare l'attenzione sul fenomeno, sempre più frequente, in cui il maestro di tennis è anche il genitore dell'atleta. Per dare un minimo di lustro e funzione di supporto utile a tale argomento è opportuno osservarlo dalle varie angolazioni dalle quali può essere considerato.
Abbiamo l'angolo di osservazione dei genitori degli altri allievi; quello del genitore che ricopre il ruolo di maestro del proprio figlio o figlia; quello del maestro che è anche il genitore del proprio allievo o allieva; il ruolo dell'allievo in relazione al proprio maestro che è anche il suo genitore; quello dello stesso in relazione al proprio genitore che è anche il maestro di tennis e quello di un membro del gruppo in relazione ai propri compagni che non hanno il padre/maestro.
Verrebbe da pensare di primo acchito ad un caso di un conflitto di interessi, ma non è su ciò che intendiamo posare la nostra attenzione essendo la nostra una competenza squisitamente psicologica ci preme evidenziare le dinamiche psicoemotive chiamate in causa e le eventuali conseguenze disfunzionali che il fenomeno potrebbe attivare.Pensando alle competenze specifiche dei possibili duplici ruoli ricoperti da uno stesso soggetto, una legge della "relazione umana" prevede che il doppio ruolo attivo all'interno della stessa relazione tenda a spalmare le rispettive competenze fino a produrre una relazione atipica e impura difficilmente definibile in quanto le competenze si sovrappongono oscurando diversi aspetti delle componenti originali le quali, dando luogo ad inevitabili frustrazioni, possono attivare tossicità emotiva nelle parti , senso di oppressione e mortificazione del naturale appagamento auspicato proprio di ogni ruolo puro. Un classico del fenomeno descritto è rappresentato dai coniugi che lavorano insieme; costretti continuamente a sintonizzarsi ora sul ruolo di coniuge, ora sul quello di colleghi o datore e dipendente, finiscono per non essere più ne colleghi ne coniugi. Tornado al doppio ruolo di padre/maestro, quando questi richiama l'allievo o impone una regola oppure lo esclude dalla squadra del torneo in quale ruolo lo fa? Se lo fa da maestro avrà il risentimento dell'allievo/ figlio che si aspettava un qualche privilegio da parte del padre, se lo fa da padre avrà il risentimento del figlio perché non si sente trattato obiettivamente come gli altri. Dall'ottica dei genitori degli altri allievi il figlio del maestro è visto come una spina nel fianco e spesso destinato a funzione di capro espiatorio di ogni scontento: se va forte è perché il padre si impegna solo con lui; se non va vuol dire che il maestro è scadente e se non è capace col figlio figuriamoci con gli altri; se lo allena da solo è perché pensa solo ai propri interessi; se non lo allena da solo vuol dire che è un egoista e padre/padrone e cosi via. Proprio come a scuola, per il bene di tutti, l'alunno non dovrebbe mai stare in classe con la mamma o il papà insegnanti, così nel tennis sarebbe opportuno che il genitore faccia il genitore ed il maestro faccia il maestro.

Dott.ssa Elisabetta Vellone


Il doping uccide lo sport e anche gli sportivi

Non intendiamo in questa sede polemizzare circa gli ultimi o i precedenti casi di doping riguardanti atleti famosi, poiché nostro intento è parlare dello sport quale preziosa opportunità per la persona di migliorare la sua salute fisica e mentale e quindi la qualità della vita. Le radici dello sport affondano in un istinto naturale nella persona lo stesso che da luogo nel bambino a quel continuo frenetico movimento che appare come fenomeno fisico ma che in realtà è anche mentale. Essendo il "movimento" un comportamento istintivo al pari del mangiare e del dormire è ovvio dedurre che lo stesso assuma una funzione salutare e conservativa dello stato di benessere della persona. Lo Sport, con le sue molteplici discipline, le sue regole finalizzate e la sua funzione socializzante, si fa veicolo di quell'istinto naturale (il movimento) accompagnando l'individuo nel superamento di se stesso mentre ne promuove la crescita contribuendo all'emancipazione sociale. La sportivizzazione dello stile di vita che viviamo nel nostro tempo è traducibile in una generale ricerca della forma fisica, dello stato di salute e di varie altre potenzialità, (non ultime l'opportunità di confronto e socializzazione; di realizzare legami di amicizia; di rafforzare senso di appartenenza; di promuovere una migliore autostima e un miglior rapporto con il proprio corpo) e naturalmente il rallentamento del processo di invecchiamento. Nonostante quanto premesso sia già un notevole contributo positivo sia per il singolo che per l'intera società, data la natura egoistica e prevaricatrice degli individui, sempre più spesso si può osservare come, quando a quel naturale superamento di se stessi il corpo si oppone impedendo le farneticazioni creative del soggetto, esso possa trasformarsi in una ossessione e delirio di Superman. E' noto come sia nello sport di alto livello che in quello di massa, dilettantistico ed amatoriale, il sano rapporto con il fiero superamento di se stessi si sia smagliato poiché gli atleti, sia quelli del campetto di zona o della palestra sotto casa, sia quelli di società prestigiose e circoli d'elite, sempre più frequentemente svendono l'amor proprio, la propria dignità, il rispetto di se e del proprio corpo, nonché la sacralità dello Sport a quella malefica sostanza chimica qual è il doping allo scopo di aumentare artificialmente le proprie prestazioni e il rendimento fisico.
Come ampiamente documentato ciò accade a ventaglio nelle diverse discipline come ad es.: nel ciclismo, nel calcio, nel tennis, nella pallacanestro, nel tiro con l'arco, nel nuoto, nella scherma, negli sport invernali eccetera. E' difficile immaginare quale tipo di sentimento intimo possa accompagnare nel dopato l'esperienza del falso trionfo anche perché i dopandi sono gli ultimi a sapere (o a voler sapere) che l'uso di tali sostanze comporta degli effetti collaterali che generalmente non si augurano nemmeno al peggior nemico. Con il tempo a livello psicologico si manifesta una riduzione della capacità critica ed autocritica, riduzione della capacità di giudizio, riduzione della coordinazione di movimenti, irregolarità del sonno, irregolarità cardiaca, turbe comportamentali quali: irrequietezza; agitazione; tensione e ipertensione, nonché allucinazioni, euforia tremori e psicosi. Per questi e per tanti altri motivi siamo sempre più convinti che l'uomo non merita il dono della vita, poiché di fronte ad essa, alla sua grandezza ed il suo mistero l'uomo dimostra di essere ancora un ottuso analfabeta.


Il declino dell'essere umano è direttamente proporzionale alla crisi della comunicazione

Il cervello umano sul piano dell'intelletto è paragonabile ad una speciale palestra cognitivo, emotiva al servizio della sana crescita e sviluppo psicologico. L'attività della mente (affettività, pensiero, conoscenza, emozioni, cognizioni, immaginazione, astrazione, creatività ed altre) danno luogo allo sviluppo e l'espansione mentale capace di trasformare un "nano in un gigante". Crescere è il senso della vita, ma pur essendo un potenziale naturale in dotazione gratuita all'essere necessita di un percorso formativo e l'ausilio di ingredienti significativi adeguati e coerenti.
La comunicazione è il "traghettatore" per eccellenza della linfa necessaria ad attivare detto processo di sviluppo; tramite la stessa si attiva il tipo di relazione col prossimo e con l'intero mondo esterno. E' proprio attraverso il denso transito di infiniti messaggi o scambi che si definisce la relazione "Io Te / Io Mondo esterno".
In famiglia i genitori detengono il potere, grazie al ruolo di primi e fondamentali della comunicazione con la prole, di determinarne il tipo di espansione mentale, di sviluppo e di crescita. L'ingrediente in primis di una sana relazione e relativa comunicazione positiva sono l'amorevolezza gratuita che converge ogni attimo relazionale formativo in direzione del vero bene del figlio. L'assenza di comunicazione è grave sintomo di cattiva relazione, di allontanamento e separazione tra gli esseri che contiene un messaggio severo e pericoloso sintetizzabile in "tu non mi interessi, tu non ci sei in me".
Papa Francesco scrive su Famiglia cristiana del 19/04/20: quando siete a tavola parlate? O mangiate in silenzio ognuno con il suo telefonino in mano?
Sua Santità ha messo energicamente il dito su una preoccupante piaga dei nostri tempi, il cellulare e la rete. Un luogo virtuale ,che non esiste, capace di spegnere ogni raggio di luce nella vita umana, raggi che brillano essenzialmente nelle relazioni vis-à-vis quali gli sguardi, la modulazione della voce e della parola, l'empatia che si stabilisce nello scambio, i sorrisi che fanno brillare gli occhi e l'intero volto, le frequenze emotive e degli intenti di due o più esseri che si avvicinano e si donano reciprocamente e spontaneamente.
Non si vogliono certo mettere in discussione i preziosi vantaggi del web, ma è opportuno mettere sotto accusa il cattivo uso di massa che ormai se ne fa a scapito soprattutto dei bambini e dei giovani, nonché della persona adulta e dei rapporti umani in generale. Consentiamoci una metafora: "Le fettuccine al cinghiale sono una leccornia, ma le famiglie cinghiali che girano liberi nei centri abitati sono un pericolo e una vergogna per il paese".
Molte famiglie usano "spedire i figli nel mondo virtuale" per opportunità come ad esempio tenerli buoni, farli contenti, avere più tempo per se anche per entrare in rete, per non doversi impegnare nell'intrattenimento con essi e più semplicemente perché "tutti fanno così".
Il mondo virtuale impone una pappa pronta che mette in stand by il cervello, in una posizione passiva gli occhi fissi su quello schermo bramato equivalgono ad una esperienza ipnotica dove la mente si blocca a favore di un gestore esterno che ne assume il comando.
E allora, l' evoluzione psichica personale? L'espansione mentale? La sana crescita intelligente ed amorevole finalizzata al vero bene della persona?

Dott.ssa Elisabetta Vellone