Gli articoli della Dott.ssa Elisabetta Vellone

§ Il club come una famiglia   § Alimentazione e giovani atleti   § Cosa accade quando il genitore è scontento

Il club come una famiglia ...

Consentitemi di sottolineare le caratteristiche del concetto di famiglia in quanto, forse, la conoscenza della stessa, che sembra propria di tutti noi, al contrario lo è solo in forma approssimata.La famiglia se pur cellula più piccola del sistema sociale costituisce l'istituzione fondamentale della società; essa può essere fondata sul matrimonio o la convivenza mutuata da legami affettivi e da un sistema di valori condivisi dove i membri che la compongono sostengono e condividono caratteristiche di stabilità, esclusività e responsabilità, grazie alle quali il sistema sociale si perpetua, si riproduce e si rinnova su ogni piano della realtà umana.
Ci rendiamo conto come la descrizione di cui sopra, data la maxi crisi in atto che non ha colpito solo la famiglia, ma ogni cellula del sistema, compreso il singolo l'individuo, possa stridere con la arida realtà fattiva ed affettiva di questa nostra epoca. Con orgoglio e rinnovata speranza possiamo però sostenere che la stabilità, i legami affettivi, i valori condivisi e il senso di responsabilità continuino a germogliare imperterriti in ogni terreno fertile disponibile uno dei quali è il mondo dello sport con i suoi molteplici clubs che potremmo assimilare ad una famiglia in quanto la grande mole di atleti di ogni età e delle diverse discipline, attraverso la persona giuridica dei propri clubs di appartenenza, non perde occasione per celebrare e condividere il dolore delle perdite umane in particolar modo di colleghi con incontri e partite memorial oppure partite a scopo di beneficenza per finire con la raccolta di fondi per la ricerca.Azioni nobili per nobili intenti dettati dalla gratuità che molto ci rassicurano nonostante tutto.

Dott.ssa Elisabetta Vellone


Alimentazione e giovani atleti

Nel nostro paese circa il 30 % dei ragazzi praticano una disciplina sportiva. E' parere condiviso il ritenere che un'attività sportiva, nell'esperienza giovanile, sia un contributo prezioso per lo sviluppo e lo stato di salute psicofisica. Pensando a ciò è opportuno sottolinearne le caratteristiche le quali a livello fisico si esprimono sotto forma di un corpo atletico, sano ed energico mentre a livello psichico si evidenziano sotto forma di maturazione adeguata all'età cronologica, alla capacità affettiva, di impegno e senso di responsabilità, doti queste che scaturiscono dall'eredità di uno stile educativo sano , coerente, centrato sul criterio del vero bene della persona.

n tutte le prestazioni personali, ed in particolare in quelle sportive, lo stato di armonia e di corrispondenza fra corpo e mente si basa sul naturale appagamento tra bisogni fisici e mentali intendendo per bisogno la conditio sine qua non . Fin dai tempi antichissimi la scienza dell'alimentazione venne applicata allo sport quindi, in termini fisici, è assodato che l'apporto adeguato di sostanze nutritive basato su una alimentazione responsabile consenta e promuova lo stato di salute del corpo atletico; mentre, per quanto concerne i bisogni mentali escludendo il settore professionisti affermati, regna ancora una tendenza all'improvvisazione spontanea che affannosamente corrisponda alla fame di stimoli positivi caratterizzante la mente giovanile.Per legge di natura l'attività mentale tende a regolare, in cicli reiteranti, moltissime azioni del corpo e della psiche (il ciclo del sonno; il ciclo della fame; quello della massima efficienza soggettiva ecc.) l'azione mentale della ciclicizzazione dei comportamenti consiste nella automatizzazione dei medesimi aumentandone così la velocità di esecuzione, la padronanza e la disinvoltura del soggetto nonché il senso di sicurezza personale grazie all'ordine mentale che si realizza e che comunemente definiamo abitudini. Le quali, come rito o rituale personale che attraverso la celebrazione quotidiana riaffermano il mito personale dell'esistere (io sono, io sono importante).E' consequenziale in questa cornice contemplare il comportamento alimentare del giovane atleta come un rituale personale, positivo o negativo, di altissimo tenore emotivo ed affettivo. Nella storia dell'uomo l'atto del mangiare ha sempre fatto da cornice agli eventi importanti del singolo, ma anche della vita di comunità in quanto in questo si celebra ogni volta il rito della vita in essere.Tornando ai bisogni della mente ed alla sua fame di stimoli, in riferimento alle abitudini alimentari dei tanti ragazzi che praticano lo sport, non possiamo ignorare come troppo spesso questi giovani atleti, cui si chiede sistematicamente di impegnarsi, di emergere e di vincere, vengano poi frustrati nell'appagamento di quei bisogni di base che vanno a ledere ed oscurare il mito personale in termini di " io non sono importante per te". Ragazzi e ragazzini sempre di corsa fra la scuola, i compiti, lo sport che spesso non hanno il tempo di mangiare o lo fanno fugacemente durante il tragitto oppure vorrebbero farlo, ma hanno dimenticato di portarlo con se; e quando dette situazioni costituiscono l'andamento abitudinario nel quotidiano non solo la mente, ma anche il corpo va in sofferenza e le prestazioni tendono a scadere, innescando dei circoli viziosi dove diventa difficile comprendere se il giovane "non va" perché non c'è la testa oppure se non c'è la testa perché il giovane non va.A tale proposito è opportuno sottolineare l'opportunità per il genitore di rimanere centrato nel suo ruolo di padre e di madre, già pregno di oneri ed onori da non sottovalutare, e non trasformarsi in un giudice di velocità sulla pista dell'esistenza dei propri ragazzi.

Dott.ssa Elisabetta Vellone


Cosa accade quando il genitore è scontento

l genitore può sentirsi scontento per vari motivi ad esempio:

Perché c'è tensione nella relazione di coppia. Quando all'interno della relazione genitoriale manca l'amorevolezza, l'alleanza, la dolcezza con perdita di stima e rispetto, reciproco, tutti gli scambi sono caratterizzati dalla tendenza ad accusarsi reciprocamente, a squalificarsi e colpevolizzarsi l'un l'altro per tutto quello che non va. La relazione si concretizza in un attrito continuo e conseguente cattivo umore generale del quale è facile immaginarne le conseguenze e le ripercussioni sull'esperienze dei figli in termini di tossicità emotiva, frustrazione e danni psicologici. Il genitore può essere scontento perché si sente oppresso da un partner geloso, asfissiante e sospettoso. L'atteggiamento sospettoso e persecutorio del partner geloso, quale atteggiamento aggressivo pregno di possessività, distrugge lentamente ogni forma di sentimento sano creando un clima relazionale di implicita ostilità, violenza e diffidenza. Può esserlo per motivi di infedeltà e relazioni extraconiugali. Quando l'altare della famiglia viene dissacrato con l'abbandono e la negazione di esso, da parte di uno dei genitori, l'effetto dissacratorio sulla prole assume un andamento negativo e demolitore a macchia d'olio nel senso che i figli tenderanno a sviluppare un carattere opportunista, vendicativo e speculatorio ad oltranza. Capita anche che il genitore è scontento perché sente di invecchiare e non accetta le trasformazioni naturali dell'età. Il genitore che va in crisi ai primi segni di maturità ed invecchiamento è un adulto nel quale è prevaricante un io bambino egocentrico e superficiale che mal si concilia con il ruolo di genitore. Il genitore immaturo in genere affascina i figli piccoli nell'età prescolare, ma contemporaneamente li costringe a non sollecitare e sviluppare la propria dimensione adulta e il proprio super io, perpetuando così l'immaturità.
Può essere scontento perché in preda a difficoltà economiche o crolli finanziari non accettati. Nella nostra epoca caratterizzata dalla cultura del successo, del benessere e dell'immagine la mancanza di agiatezza può essere vissuta come un fallimento personale o un motivo di vergogna che sacrifica ed oscura il clima emotivo di tutta la famiglia generando, con molte probabilità, nella mente dei piccoli il tarlo o la fissa dell'arricchimento a qualunque costo. Oppure può essere scontento perché non accetta che i figli crescono e diventano persona. Alcuni genitori risultano adeguati, nei rispettivi ruoli di padre o madre, solo fintanto che i bimbi sono piccoli e concepiti come una proprietà personale passiva da gestire completamente. Quando i bimbi cominciano a pensare autonomamente e ad esprimere il loro pensiero il genitore va in crisi e spesso reagisce aggressivamente ammonendo e contrastando il piccolo quasi a comunicargli l'ordine di non crescere. Oppure semplicemente perché sono un po' nevrotici ed attribuiscono la colpa del proprio scontento alle persone più vicine: la famiglia. Nel caso del genitore con nevrosi personali mai risolte si possono osservare nei figli i comportamenti disfunzionali più svariati: inversioni dei ruoli; comportamenti ansiosi; rituali ossessivi; comportamenti violenti; difficoltà di concentrazione; devianze di vario tipo.Confusi, stressati incapaci di coordinare un percorso di crescita sano e proficuo, attaccamento dipendente ed altre. Se teniamo presente quanto detto fino ad oggi circa il clima affettivo, i bisogni primari e l'eredità dell'affettività ci rendiamo conto che sempre più spesso la vera fatica è nascere figli.


Dott.ssa Elisabetta Vellone